Oggi vogliamo porre a confronto due figure apparentemente simili, tanto da essere spesso accostate o, addirittura, confuse tra loro: il massaggiatore (estetico) e l’operatore olistico. Pur condividendo il ricorso alle tecniche di manipolazione corporea, sia l’una che l’altra svolgono funzioni ben precise: rilassamento e riduzione degli inestetismi nel primo caso, tutela della salute e del benessere nel secondo.

Analizziamo insieme le caratteristiche delle due attività.

Massaggiatore estetico: formazione e requisiti

Il massaggiatore estetico è colui che esegue trattamenti per il corpo sia manuali che con l’ausilio di attrezzature apposite, finalizzati alla cura di inestetismi (come, ad esempio, la cellulite e le smagliature) o, semplicemente, al rilassamento generale della muscolatura.

Per svolgere l’attività di massaggiatore, secondo la legislazione italiana, è necessaria una formazione a tutto tondo in campo estetico. Difatti, per aprire un nuovo centro massaggi, così come per prendere in affitto una poltrona (o cabina) presso un salone di bellezza già avviato, i requisiti sono identici a quelli richiesti alle estetiste.

Dunque, per lavorare in proprio come massaggiatore occorre, dapprima, conseguire la qualifica di estetista, frequentando un corso di formazione presso una scuola accreditata, e infine specializzarsi in una o più tecniche di massaggio, mediante stage, tirocini e lezioni sul tema.

Operatore olistico: formazione e requisiti

La figura dell’operatore olistico nasce solamente in tempi recenti. Proprio per questo, ad oggi non troviamo alcun regolamento che stabilisca la formazione e i requisiti necessari per lo svolgimento dell’attività. Dunque, come muovere i primi passi?

Dislocate in tutta Italia, esistono varie scuole e associazioni che organizzano corsi per i ragazzi e le ragazze che desiderano intraprendere la professione di operatore olistico.

La formazione, ad ogni modo, non è di carattere estetico. L’obiettivo dei trattamenti, infatti, consiste nell’aiutare la persona a ritrovare l’equilibrio perduto tra corpo e mente e ad allentare lo stress e le tensioni muscolari da esso provocate.

Inoltre, l’operatore olistico ha il delicato compito di favorire il circolo dei flussi di energia, incanalandoli verso quelle parti del corpo chiamate “zone riflesse”.

Lavorare in proprio: quali sono le differenze?

Ora che conosciamo più da vicino queste due figure, è il momento di scoprire qual è l’iter da seguire, a livello burocratico e fiscale, per iniziare a lavorare “in proprio”.

Come vi abbiamo anticipato, il massaggiatore è soggetto alle stesse norme che si applicano alle estetiste: non è consentito, perciò, lo svolgimento dell’attività in forma occasionale, né in assenza dei requisiti che abbiamo elencato. Inoltre, per lavorare autonomamente e ricevere i clienti in studio (o per affittare una cabina/poltrona presso un’altra struttura), il massaggiatore è obbligato ad avere la Partita IVA (alla quale va associato il Codice ATECO “96.09.03 Servizi degli istituti di bellezza”).

Per procedere con l’attivazione, a causa del suo inquadramento (ditta individuale o, più precisamente, artigiano), il massaggiatore deve ricorrere ad una pratica digitale – la cosiddetta ComUnica – che può essere affidata ad uno studio, un CAF o un consulente fiscale online (ad esempio, Fiscozen offre questo servizio a soli 200 euro + IVA).

L’operatore olistico, invece, è inquadrato come libero professionista (con Codice ATECO “96.09.09 Attività di servizi alla persona nca”). Anche questa figura, per lavorare in proprio in pianta stabile, è tenuta ad attivare la Partita IVA, ma con una procedura più rapida, semplice e, soprattutto, gratuita. Resta, comunque, consigliabile il ricorso ad un consulente online, per valutare con la giusta attenzione la scelta del regime fiscale e confrontarsi in caso di dubbi o difficoltà.

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